Un giovane
cavernicolo cammina tranquillo in cerca di cibo quando, ad un certo punto,
raggiunge un campo di menta il cui aroma si spande nell’aria.
Improvvisamente
egli viene attaccato da una tigre dai denti a sciabola: prontamente si
attiva la reazione per la difesa e la fuga da parte del suo sistema limbico, e
riesce a fuggire, salvandosi.
Cosa
succederà a questo punto?
Ogni volta
che sentirà l’odore di menta lo assocerà al segnale di pericolo e
si attiverà la produzione di istamina
che è tipica di una reazione allergica.
L’allergene, che non è
aggressivo per l’organismo, scatenerà la reazione ogni qualvolta verrà recepito
dai sensi, evidenziandosi come allergia.
L’equazione
“odore di menta=pericolo” rimarrà residente a livello sub-cosciente fino
a che non avverrà un ri-apprendimento
Lo stesso
vale per le intolleranze alimentari: un sapore, un odore di cibo assunto in una
particolare situazione conflittuale di paura o di pericolo determinerà una
intolleranza.
Rammentando
il principio della Traslazione Metaforica, se il bambino moderno si
trova ad affrontare una situazione che interpreta come pericolo, in presenza di
allergeni nell’ambiente o in caso di assunzione di un determinato cibo potrebbe
sviluppare rispettivamente un’allergia o un’intolleranza alimentare.
Poniamo
che un bambino senta i genitori che minacciano di lasciarsi smembrando la
famiglia, oppure che un genitore gli metta paura dicendogli che se non farà il
bravo lo abbandonerà nel bosco o lo manderà in collegio: a seconda del tipo di
approccio del genitore o della sensibilità del piccolo, questi potrebbe vivere
un conflitto di paura di abbandono o di separazione dai cari.
L’abbandono
e la separazione per il cucciolo d’uomo significa rischio di morte,
pertanto, analogamente al giovane cavernicolo, in presenza di allergeni si
avrà, con buone probabilità, lo sviluppo di un’allergia palese o latente che
potrà venire riattivata successivamente in presenza di una
conflittualità analoga.
La
risoluzione del conflitto o il semplice ri-apprendimento della
lezione imparata durante l’evento traumatico determinerà la scomparsa
dell’intolleranza o dell’allergia.
L’intolleranza
alimentare non va confusa con la circostanza di un cibo che ci rimane sullo
stomaco perché abbiamo un problema funzionale a quell’organo, in quanto
trattasi di tutt’altra faccenda.
L’assunzione
di cibi pesanti in presenza di difficoltà digestive è di natura differente
rispetto alle intolleranze alimentari che possono riguardare cibi che
normalmente non necessitano di particolare impegno per la loro elaborazione.
Intolleranze
ed allergie non sono malattie, non sono legate ad una disfunzione, ma possono
rendere veramente problematica, talvolta, la nostra esistenza.
I
conflitti Psico-Energetico-Biologici
agiscono direttamente sui centri energetici e sui meridiani, creando una
disfunzione ed un blocco in maniera sensata e predeterminata a seconda dell’ambito
colpito e della tipologia del conflitto.
I conflitti
Psico-Motori sono dei conflitti Psico-Energetico-Biologici che colpiscono
un particolare meridiano tra quelli che passano negli arti, determinando
difatto un vero e proprio problema funzionale, sia esso meccanico o dovuto al
dolore procurato.
In tale
caso la comprensione del conflitto può essere effettuata ragionando su un punto
fondamentale, ponendosi la seguente domanda:
"Cosa
mi impedisce di fare?" questo dolore, o "Cosa mi costringe
a fare?"
Per
esempio, il mammifero sociale (come l’animale uomo) di fronte ad un conflitto
territoriale importante avrà un risoluzione psico-motoria sulle gambe che
lo porterà a bloccarsi per difendere il territorio o come segnale che ha
sbagliato direzione e si sta allontanando dal suo territorio o dal branco.
Citiamo il
caso di una madre che riferiva un dolore alla spalla sinistra tale da
invalidarle la possibilità di sollevare il braccio oltre gli 80° circa rispetto
alla verticale.
Il
problema si è protratto per cinque mesi, durante i quali sono state effettuate
alcune terapie classiche senza risultati apprezzabili.
Alla donna
veniva riscontrato un blocco sul meridiano sinistro del polmone,
all’altezza dell’articolazione della spalla.
Questa disfunzione avviene spesso
per le preoccupazioni nei confronti di persone della famiglia, in particolare,
in caso di madre destrorsa, della prole.
Subito il
problema poteva essere identificato in una particolare preoccupazione del
momento nei riguardi del figlio.
Agendo
sullo sblocco del meridiano attraverso opportune tecniche pressorie e
bioenergetiche mentre si agiva mediante tecniche subliminali sulla problematica
psichica, ecco che, quasi magicamente, il problema veniva risolto all’istante e
definitivamente.
Il
conflitto era di tipo Psico-Motorio.
Qual è
dunque la risposta alla domanda di cui sopra?
Il dolore
le impediva di allargare il braccio preposto a tenere in braccio il figlio,
costringendola a trattenerlo per curarlo presso di sé, nonostante il figlio non
fosse più in età da essere tenuto in braccio.
Ricordiamoci
che si tratta di una Traslazione
Metaforica della problematica della donna cavernicola che, a
differenza delle madri moderne, smette di preoccuparsi del figlio non appena
autosufficiente, mentre per le nostre mamme, siamo sempre i loro cuccioli…
anche a 60 anni!